domenica 21 ottobre 2012

Presentazione libro. A Bitonto, 'Il naso del templare': dai medioevisti baresi 40 anni di monstra. Raffaele Licinio: "Non c'è storia che non abbia almeno un naso".


Oltre il senso della Storia, con 'Il naso del templare' (Caratteri mobili), di Franco Cardini e Raffaele Licinio, presentato nel Palazzo Antica via Appia di Bitonto, da Marino Pagano (giornalista), Vincenzo Fiore (Movimento La gente), Michele Abbaticchio (sindaco di Bitonto), Cosimo Pomarico (sindaco di Oria) e Rossana Gismondi (giornalista). All'incontro, organizzato da Movimento La Gente con la collaborazione dell'associazione Impuratus e dell'associazione 'La Macina', che hanno offerto costumanti, la prima, e un intermezzo musicale, la seconda, ha partecipato anche il coautore, Raffaele Licinio, professore di Storia medioevale all'Università di Bari.  Infatti, ad avere naso, fiuto, non sono solo i templari, che hanno addestrato i propri sensi per combattere in nome della fede in Cristo, ma anche gli storici, che delle loro gesta si occupano, perché avere naso, fiutare, significa, in senso figurato, seguire una pista o scoprire i fatti dietro alle apparenze, sospettare qualcosa, prevedere, captare o percepire ciò che ci sta dietro. Raffaele Licinio, durante l’incontro, ha sfatato i luoghi comuni, gli errori, le idee fasulle, che circolano sul Medioevo, i monstra, com’egli  gli definisce, recuperando il senso originario del termine e legandolo al rapporto tra l’uomo e l’ignoto. E’ in questo rapporto dialettico, che entra in gioco lo storico con la sua metodologia, con la sua deontologia. Il dovere di chi scrive la storia  - per Licinio – è la ricerca della verità , dei fatti, attraverso fonti accertate, non la dissertazione pour parler dei programmi televisivi, come ‘Voyager’, o delle pubblicità che utilizzano simboli medioevali per indurre desideri e far sognare. In quella del ‘Mulino Bianco’, per riportare uno dei tanti esempi elencati dall’autore, la macina usata è per le olive non per il grano. “Compito morale dello storico – ha affermato –  è cercare i fatti anche quando sembrano non dare risposte, non avere senso, perché la storiografia può non averlo, non la Storia”. “La Storia – sostiene – ha sempre un senso”. Lo storico, quindi, deve avere necessariamente naso, capacità di avere intuito, giudizio e competenza, prontezza di accorgersi subito di qualcosa al primo fiuto, ossia subito, immediatamente. Anche nella Sacra Scrittura si parla dell’addestramento dell’uso dei sensi, contrapponendo gli sprovveduti alle persone spiritualmente mature. L’apostolo Paolo esercitò tale fiuto spirituale, quando si accorse delle subdole manovre dei giudaizzanti: "Dei falsi fratelli, introdottisi di nascosto,… s’erano insinuati fra noi per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, con l’intenzione di renderci schiavi" (Galati 2,3), ossia sotto il giogo della legge mosaica. Anche l’apostolo Giovanni esortò ad avere fiuto: “Diletti, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo” (1 Gv 4,1). Il Signore lodò il conduttore della chiesa di Efeso, tra altre cose, per questi motivi: “Tu non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli, che si chiamano apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi” (Apocalisse 2,2). Anche lo storico, dunque, deve avere fede per cercare la verità, fede nella storia innanzitutto, una religione laica, perché, per parafrasare Benedetto Croce, la religione è l’etica conforme a una visione del mondo.
 “Nel 1983, a San Gimignano – ha raccontato Licinio – durante un convegno con Musca e Umberto Eco, intitolato ‘Il sogno del Medioevo’, argomentando sul revival del Medioevo nella cultura contemporanea, Eco ha individuato dieci sogni di Medioevo, dieci modi di riviverlo. Anche il cinema ha contribuito a  far nascere un Medioevo visto dal basso: nel 1966, fu girato il film ‘L’armata Brancaleone’. Ma, quelle che circolano maggiormente, sono idee fasulle di Medioevo, legate al Medioevo celtico. I leghisti padani hanno inventato un personaggio che non è mai esistito. Il Medioevo delle identità è falso, esistono invece le identità e le province sono identità negate quando inventano accorpamenti”. A proporre un’idea di Medioevo associata al turismo emozionale i sindaci di Oria e Bitonto: “ Sulla cultura medioevale stiamo costruendo il nostro futuro. La festa dei S. Medici richiama pellegrini, è la terza in Puglia, i nostri sbandieratori sono campioni d’Italia di serie A, sono ragazzi tolti alla strada – ha detto Pomarico – Le appertenenze territoriali, le identità, oggi bisogna costruirle attraverso questi eventi, attraverso il turismo emozionale di qualità, non del mordi e fuggi”. “Lo stesso che offrivano le masserie  nel Medioevo” – ha aggiunto e precisato Licinio. Un Medioevo anticipatore dei tempi, è stato presentato da Rossana Gismondi che, parlando di strutture ricettive per viaggiatori e pellegrini, ha messo in evidenza come ostelli, locande, taverne e masserie fossero luoghi di comunicazione non meno efficaci dell’attuale Internet (vedi www.rossanagismondi.it). L'evento è stato anche  occasione ideale per ricordare Mario Gismondi, giornalista e maestro di giornalismo scomparso il 12 aprile 2012, distintosi in Puglia e nel mondo per la sua instancabile attività. A menzionarlo Vincenzo Fiore, suo allievo, e Pasquale Cordasco, professore di storia all'Università di Bari 'Aldo Moro'.
da sinistra: Marino Pagano, Michele Abbaticchio, Cosimo Pomarico, Raffaele Licinio, Rossana Gismondi
                                                                                                            Angela Milella