venerdì 15 luglio 2011

Una prospettiva straordinaria sulla relazione tra uomo e natura selvaggia. Con Shaun Ellis gli uomini imparano a parlare con i lupi


Il lupo è cattivo solo nelle favole. Animale timido e intelligente con una struttura sociale sofisticata è stato bollato come sicario spietato. Reputazione sanguinaria del tutto immeritata, causa della sua estinzione. Ne è testimone Shaun Ellis (44 anni) che ha rinunciato alle comodità, alla famiglia, alla società di cui faceva parte per vivere con i lupi. Scelta maturata incrociando lo sguardo di un esemplare in cattività nello zoo di Thetford. Naturalista d’altri tempi, ha capito che la sua vita sarebbe stata dedicata alla protezione di questi meravigliosi animali in pericolo. Ellis, autore e protagonista del libro ‘L’uomo che parlava con i lupi. Storie e avventure della mia vita nel branco’ (‘The man who lives with wolves’), ha cacciato coi lupi, ha affondato la testa nella carcassa della preda per mangiarne la carne, non si è lavato per mesi, se non in qualche pozzanghera, ha imparato a comunicare ululando e a difendersi riconoscendo suoni e odori. L’uomo/lupo, allievo ed erede di Nez Percé, un nativo d’America, dopo anni di vita selvaggia, ha istituito una fondazione nel ‘Combe Martin Wildlife Park’ del North Devon, in Inghilterra, dove vive con tre branchi. Lo scopo della fondazione è fornire aiuto e supporto alla tutela di questi animali in tutto il mondo (Ellis ha trascorso 18 mesi con 3 cuccioli abbandonati dalla madre, per mostrare loro come diventare veri lupi e sopravvivere). La ‘Shaun Ellis Wolf Pack Foundation’, in una prospettiva straordinaria sulla relazione tra uomo e natura selvaggia, che fa venire voglia di essere parte di un branco, si propone di insegnare agli uomini a vivere al fianco dei lupi laddove il nostro e il loro mondo collidono, di sfatare le falsità che la gente tramanda su questa specie. Una volta questi animali erano ovunque, secondi per numero soltanto agli umani e, nel periodo in cui gli uomini erano cacciatori/raccoglitori, cacciavano le stesse prede e vivevano l’uno a fianco dell’altro, con mutuo beneficio. Li si rispettava come possenti cacciatori e si credeva che possedessero qualità mistiche e magiche. Gli indiani del Nord America credono ancora che gli spiriti dei loro antenati vivano sotto le spoglie di lupi, che ciò che accade nel loro mondo si rifletta nel nostro e viceversa. Dicono: “Così lui, così anch’io” e si rifiutano di firmare un accordo se non è presente un lupo o, di questi tempi, un cane. È necessario insegnare ai bambini come comportarsi nei loro confronti. È stato scoperto che i lupi possono diagnosticare le malattie dell’uomo. Come dice un vecchio adagio: “Non ci sono animali cattivi ma solo cattivi istruttori”. Acquistare un animale sbagliato e non saperne interpretare il comportamento causa molta sofferenza. Il lupo mannaro è solo un lupo che ha ricevuto un pessimo addestramento.
Angela Milella

Nessun commento:

Posta un commento