Oltre
il senso della Storia, con 'Il naso del templare' (Caratteri mobili), di Franco
Cardini e Raffaele Licinio, presentato nel Palazzo Antica via Appia di Bitonto,
da Marino Pagano (giornalista), Vincenzo Fiore (Movimento La gente), Michele
Abbaticchio (sindaco di Bitonto), Cosimo Pomarico (sindaco di Oria) e Rossana
Gismondi (giornalista). All'incontro, organizzato da Movimento La Gente con la
collaborazione dell'associazione Impuratus e dell'associazione 'La Macina', che
hanno offerto costumanti, la prima, e un intermezzo musicale, la seconda, ha
partecipato anche il coautore, Raffaele Licinio, professore di Storia
medioevale all'Università di Bari.
Infatti, ad avere naso, fiuto, non sono solo i templari, che hanno
addestrato i propri sensi per combattere in nome della fede in Cristo, ma anche
gli storici, che delle loro gesta si occupano, perché avere naso, fiutare, significa, in senso figurato, seguire una pista o scoprire i
fatti dietro alle apparenze, sospettare qualcosa, prevedere, captare o
percepire ciò che ci sta dietro. Raffaele Licinio, durante l’incontro, ha
sfatato i luoghi comuni, gli errori, le idee fasulle, che circolano sul
Medioevo, i monstra, com’egli gli
definisce, recuperando il senso originario del termine e legandolo al rapporto
tra l’uomo e l’ignoto. E’ in questo rapporto dialettico, che entra in gioco lo
storico con la sua metodologia, con la sua deontologia. Il dovere di chi scrive
la storia - per Licinio – è la
ricerca della verità , dei fatti, attraverso fonti accertate, non la
dissertazione pour parler dei programmi televisivi, come ‘Voyager’, o delle
pubblicità che utilizzano simboli medioevali per indurre desideri e far
sognare. In quella del ‘Mulino Bianco’, per riportare uno dei tanti esempi
elencati dall’autore, la macina usata è per le olive non per il grano.
“Compito morale dello storico – ha affermato – è cercare i fatti anche quando sembrano non dare risposte,
non avere senso, perché la storiografia può non averlo, non la Storia”. “La
Storia – sostiene – ha sempre un senso”. Lo storico, quindi, deve avere
necessariamente naso,
capacità di avere intuito, giudizio e
competenza, prontezza di accorgersi subito di qualcosa al primo fiuto, ossia
subito, immediatamente. Anche nella Sacra Scrittura si parla dell’addestramento
dell’uso dei sensi, contrapponendo gli sprovveduti alle persone spiritualmente
mature. L’apostolo Paolo esercitò tale fiuto spirituale, quando si accorse
delle subdole manovre dei giudaizzanti: "Dei falsi fratelli, introdottisi di
nascosto,… s’erano insinuati fra noi per spiare la libertà che abbiamo in
Cristo Gesù, con l’intenzione di renderci schiavi" (Galati 2,3), ossia sotto il
giogo della legge mosaica. Anche l’apostolo Giovanni esortò ad avere fiuto: “Diletti,
non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio;
perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo” (1 Gv 4,1). Il Signore
lodò il conduttore della chiesa di Efeso, tra altre cose, per questi motivi: “Tu
non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli, che si chiamano
apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi” (Apocalisse 2,2). Anche lo
storico, dunque, deve avere fede per cercare la verità, fede nella storia
innanzitutto, una religione laica, perché, per parafrasare Benedetto Croce, la
religione è l’etica conforme a una visione del mondo.
“Nel 1983, a San Gimignano – ha
raccontato Licinio – durante un convegno con Musca e Umberto Eco, intitolato
‘Il sogno del Medioevo’, argomentando sul revival del Medioevo nella cultura
contemporanea, Eco ha individuato dieci sogni di Medioevo, dieci modi di
riviverlo. Anche il cinema ha contribuito a far nascere un Medioevo visto dal basso: nel 1966, fu girato
il film ‘L’armata Brancaleone’. Ma, quelle che circolano maggiormente, sono
idee fasulle di Medioevo, legate al Medioevo celtico. I leghisti padani hanno
inventato un personaggio che non è mai esistito. Il Medioevo delle identità è
falso, esistono invece le identità e le province sono identità negate quando
inventano accorpamenti”. A proporre un’idea di Medioevo associata al turismo
emozionale i sindaci di Oria e Bitonto: “ Sulla cultura medioevale stiamo
costruendo il nostro futuro. La festa dei S. Medici richiama pellegrini, è la
terza in Puglia, i nostri sbandieratori sono campioni d’Italia di serie A, sono
ragazzi tolti alla strada – ha detto Pomarico – Le appertenenze territoriali,
le identità, oggi bisogna costruirle attraverso questi eventi, attraverso il
turismo emozionale di qualità, non del mordi e fuggi”. “Lo stesso che offrivano
le masserie nel Medioevo” – ha
aggiunto e precisato Licinio. Un Medioevo anticipatore dei tempi, è stato
presentato da Rossana Gismondi che, parlando di strutture ricettive per
viaggiatori e pellegrini, ha messo in evidenza come ostelli, locande, taverne e
masserie fossero luoghi di comunicazione non meno efficaci dell’attuale
Internet (vedi www.rossanagismondi.it). L'evento è stato anche occasione ideale per ricordare Mario Gismondi, giornalista e maestro di giornalismo scomparso il 12 aprile 2012, distintosi in Puglia e nel mondo per la sua instancabile attività. A menzionarlo Vincenzo Fiore, suo allievo, e Pasquale Cordasco, professore di storia all'Università di Bari 'Aldo Moro'.
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